Regno di Napoli, 1750.
Carlo di Borbone decide di erigere la Reggia, un imponente progetto di costruzione destinata a rivaleggiare con le altre residenze reali europee affidato all’architetto Luigi Vanvitelli.
La prima pietra fu posata nel 1752 e i lavori proseguirono fino al 1759, momento in cui subirono un rallentamento in quanto Carlo di Borbone fu costretto a recarsi in Spagna per la morte del Re.
Nel 1773 subentrò Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, che portò a compimento, nel secolo successivo, questa grandiosa residenza reale.
La Reggia di Caserta ha una pianta rettangolare articolata su corpi di fabbrica affacciati su quattro grandi cortili interni e si estende su una superficie di circa 47.000 metri quadrati per un’altezza di 5 piani, pari a 36 metri lineari.
Un imponente portico costituisce l’ideale collegamento con il Parco Reale e la cascata, posta scenograficamente al culmine della fuga prospettica così creata.
Le sale destinate alla famiglia reale vennero realizzate in più riprese e durante un intero secolo, secondo uno stile che rispecchia la cosiddetta “unità di interni” caratteristica della concezione architettonica e decorativa settecentesca ed in parte secondo il gusto ottocentesco per l’arredo.
Di fronte al vano dello scalone d’onore si apre la Cappella Palatina, inaugurata alla presenza di Ferdinando IV nel Natale del 1784 e simile alla Cappella della Reggia di Versailles.
Il primo piano fu destinato ad accogliere gli appartamenti dei Reali di Casa Borbone: quello della regina nell’ala nord-ovest, mentre il quarto del re e del principe lungo il lato meridionale.
Oggi il Museo degli appartamenti Reali si sviluppa solo lungo questa ultima ala e il percorso della visita è diviso in appartamento del Settecento e Ottocento.
Il Teatro di Corte non risulta in nessun disegno del Vanvitelli, quindi, fu costruito dopo il 1756, dopo tre anni dall’inizio della costruzione.
Il Parco Reale fu presentato da Luigi Vanvitelli ai sovrani e si ispira ai giardini delle grandi residenze fondendo la tradizione italiana del giardino rinascimentale con le soluzioni introdotte da Andrè Le Notre a Versailles.
I lavori iniziarono nel 1753 in contemporanea con l’acquedotto Carolino le cui acque, dalle falde del Monte Taburno, avrebbero alimentato le fontane dei giardini.
Il giardino che oggi si vede è una parte della realizzazione del Vanvitelli, infatti alla sua morte i lavori dell’acquedotto erano terminati ma nessuna fontana era stata realizzata.
I lavori furono completati dal figlio Carlo il quale cercò di semplificare il progetto del padre realizzando l’alternarsi delle fontane, prati, bacini di acque, e cascate.
Uscendo dal palazzo i giardini si dividono in due parti: la prima è costituita da vasti parterre separati da un viale centrale che conduce fino alla Fontana Margherita che è fiancheggiata dai boschetti che formano una scena teatrale di verde semicircolare.
Nel parco fu realizzato, dal famoso botanico John Andrew Graefer, un “Giardino di paesaggio” voluto dalla regina Maria Carolina di Asburgo, moglie di Ferdinando IV ed è composto da piante e sementi viste a Capri, Salerno, Agnano e Gaeta.
Al suo interno sono presenti corsi d’acqua, laghetti e piante esotiche e le fontane sono alimentate dall’acquedotto Carolino.
È arrivato intatto ai nostri posteri salvato dall’incuria grazie ai tre figli del famoso botanico che lo presero in affitto nel 1798.
La Reale Tenuta di San Silvestro faceva parte delle aree connesse alla Reggia. Durante il regno di Francesco I le strade interne al bosco vennero rese tutte carrozzabili.
Il bosco è stato riconosciuto come Sito di Interesse della Comunità Europea ed inserito nel Sito dell’Unesco. Oggi è Oasi del WWF che si prende cura della tenuta e organizza visite.
La coltivazione della vite è stata affidata alla Tenuta Fontana che ha ripristinato la “Vigna di San Silvestro” che faceva parte delle Reali Delizie dei Borboni per la produzione del Pallagrello bianco e rosso, tipico vitigno locale.
Per alimentare i giochi d’acqua e per soddisfare le esigenze del Palazzo, della città, Carlo di Borbone promosse la costruzione di un acquedotto che da lui prese il nome di “Carolino”. Incaricò Luigi Vanvitelli chiedendogli di costruire una grandiosa impresa di ingegneria idraulica che destò l’attenzione di tutta l’Europa ed è ancora considerata una delle più importanti opere realizzate dai Borbone.
La Biblioteca Palatina fu voluta dalla regina Maria Carolina d’Asburgo e realizzata in soli tre anni alla fine del Settecento.
Si sviluppa lungo il lato orientale del Palazzo e si compone di cinque ambienti, preceduta da sale di lettura.
Le tre sale contengono affreschi di valore, oggetti prestigiosi oltre a un patrimonio librario di quattordicimila volumi.
Uno dei volumi più importanti è la dichiarazione dei disegni del Real Palazzo di Caserta di Luigi Vanvitelli con cui presentava il progetto a Carlo di Borbone.
Lo Scalone d’onore della Reggia è un notevole capolavoro di architettura e scenografia. Salendo su per il grande scalone si osservano i grandi leoni di marmo e si rimane colpiti dall’immensità del grande fondale e l’imponenza delle tre statue della Maestà Regia, del Merito e della Verità.
Posizionandosi alle spalle del fondale si vede lo Scalone dividersi in due enormi scaloni paralleli che termina con una struttura di archi e colonne che ricordano un tempio.
In alto termina con una cupola finta sospesa alle capriate del tetto tramite tiranti in legno.
Questa cupola è uno straordinario capolavoro di fantasia e di arte, tecnica e audacia costruttiva.
La magnificenza dello scalone, dei suoi marmi, le enormi statue, gli eleganti archi, i due scaloni costituiscono la più spettacolare scenografia del XVIII secolo.