Legato a filo doppio con la storia della città, Palazzo Reale ha origini antiche. Un palazzo preesistente che sorgeva sulla stessa area, il Broletto Vecchio, detto anche Brolo dell’Arcivescovo o Brolo di Sant’Ambrogio, fu la prima sede del governo della città ed espletò questa funzione durante il periodo dei comuni nel basso medioevo.
Il Broletto Vecchio esisteva almeno dal X secolo, visto che è citato dal cronista Liutprando di Cremona, e forse è stato costruito su un edificio preesistente di epoca romana avente funzioni analoghe.
Nella prima metà del Cinquecento, con la caduta del governo degli Sforza e l’invasione francese, il Castello Sforzesco, che sino a quel momento aveva accolto la residenza ufficiale dei duchi di Milano, era divenuto sempre più un fortilizio adatto alle armi più che un gradevole palazzo di rappresentanza.
Fu così che, sotto il dominio francese di Luigi XII prima e di Francesco I, si procedette allo spostamento della sede della corte entro l’attuale Palazzo Reale.
Sarà però solo con il periodo spagnolo che vediamo una fioritura di tutta l’opera.
Al suo interno venne costruito il primo teatro di Milano (1594), distrutto da un incendio nel 1659 e ricostruito solo nel 1717, fino a che nel 1776 venne decisa la sua demolizione e la contemporanea costruzione del celeberrimo attuale Teatro alla Scala.
Il Seicento sarà un secolo di sostanziale stallo per il cantiere del Palazzo Reale, anzi la struttura subirà non pochi danni a causa delle guerre e della peste.
Nella notte tra il 24 ed il 25 gennaio 1695, inoltre, andrà distrutto in un incendio il Teatro di Corte, il che segnerà l’interruzione dell’attività teatrale istituzionale milanese per quasi un ventennio.
Dopo la Guerra di Successione spagnola Milano passò agli austriaci, che nel 1717 vi inviarono il primo governatore, il conte di Löwenstein, che avviò i lavori per la costruzione di un nuovo teatro ducale, più grande ed armonioso del precedente.
Duramente colpito dai bombardamenti del 1943, il Palazzo perse gran parte dei suoi tesori: interi ambienti del piano nobile furono irreparabilmente distrutti e con essi il loro contenuto di affreschi, fregi, sculture e addobbi, mentre arredi e ornamenti mobili, trasferiti in altra sede durante il la guerra, non furono più ricollocati.
Il grande Salone Delle Cariatidi fu scoperchiato, le cariatidi erose dagli incendi, dalla pioggia e dalla neve successive al bombardamento: riacquista grande notorietà a partire dal 1953 quando, nell’ambito di una mostra di Picasso a Milano, l’artista la sceglie come sede per accogliervi la sua opera, Guernica, con un chiaro intento simbolico.
– — — Le sale più belle del Palazzo Reale — — –
Sala Trono di Napoleone
Nel corso della sua storia, Palazzo Reale ha avuto diverse sale del trono, che cambiavano ubicazione a secondo delle dinastie che vi si succedevano. La sala più importante fra tutte è sicuramente quella che Napoleone Bonaparte fece realizzare appositamente per la sua incoronazione a Re d’Italia nel 1805 e di cui oggi noi possiamo ammirare quello che resta delle fastose decorazioni della volta, che ci sono fortunatamente pervenute nonostante le distruzioni dell’ultimo conflitto mondiale.
Al centro della sala era collocato il trono dorato con baldacchino disegnato dall’architetto imperiale Luigi Canonica, di cui ci resta un disegno preparatorio; gli altri arredi presenti nella sala (poltrone, sedie e sgabelli) sono conservati oggi nel Museo della Reggia di Villa Reale a Monza.
La Sala delle Otto Colonne
È un vasto salone rettangolare ripartito in tre navate da otto grandi colonne che danno il nome alla sala. Attualmente la Sala delle Otto Colonne è destinata ad ospitare conferenze ed eventi.
La Sala delle Quattro Colonne
Prende il suo nome dai quattro grandi sostegni con capitelli in stile ionico che sorreggono l’altissima volta a botte decorata con lacunari e rosoni.
Il primo ambiente che si incontra venendo dalla Grande Anticamera (dove oggi è collocata la biglietteria) è l’Anticamera di Sinistra dell’Appartamento di Parata, cioè l’insieme delle sale destinate alle attività ufficiali della corte.
La Seconda Sala degli Arazzi
Realizzata nella seconda metà del Settecento, così come la sala successiva, conserva ancora l’eleganza dello stile asburgico nella scelta dei colori e delle decorazioni.
Il tema del mito di Giasone prosegue dalla Prima Sala nei due arazzi alle pareti realizzati da Claude Audran con i due episodi: “Giasone giura fedeltà a Medea che gli promette aiuto con la sua arte” (1766) e “Le nozze di Giasone e Creusa” (1773).
La Sala conserva ancora elementi di arredo originali come la grande specchiera sotto la quale è collocata una consolle in legno laccato e dorato (1800-1815), con piano in marmo bianco venato e fascia con motivo decorativo vegetale dorato.
La Terza Sala degli Arazzi
È caratterizzata da una ricchezza di decorazioni che si riscontra in tutte le opere di cui è ornata, a cominciare dalla sontuosa volta decorata in stucchi dorati.
Sulle pareti si completa il ciclo degli arazzi dedicati al mito di Giasone e Medea iniziati nella Prima e nella Seconda Sala.
Completano la Sala la grande specchiera con camino in marmo di Carrara decorato con gigli dorati.
Ai lati del camino è collocata una coppia di tavoli da parete in legno laccato avorio e verde con dorature e piano in marmo bianco venato.
I tavoli sono di manifattura lombarda, sec.XIX (1805-1815).