Chi cammina col naso all’insù, in una città come Firenze, può fare ogni giorno piccole e grandi scoperte che regalano il piacere di comprendere come un fregio o una scritta si rincorrano da una basilica (la magistrale Santa Maria Novella) a un palazzo (quello dei Rucellai in via della Vigna Nuova), oppure guardare con meraviglia come una famiglia dopo oltre cinque secoli continui a specchiarsi nell’Arno dalle medesime eleganti finestre (come accade ai Corsini e ai Ricasoli).
Entrare in questi Palazzi non è semplice, ma la loro architettura può diventare un’occasione unica per conoscerli.
Iniziamo a stupirci entrando a Palazzo Antinori.
Costruito negli anni 1461-1469, fu progettato da Giuliano da Maiano.
Dalla ricca famiglia dei Boni, che lo fece costruire, nel 1506 fu acquistato, da Niccolò di Tommaso Antinori.
La facciata ha pochi ornamenti, le linee sono semplici, ma luminose e rappresenta la caratteristica abitazione di un fiorentino che aveva fatto fortuna con i commerci e conquistato un solido prestigio sociale.
I vari membri della famiglia Antinori si distinsero sempre fra incarichi pubblici e virtù private.
Il loro nome è legato alla storica azienda produttrice di famosi vini, di cui un segno è ancora oggi la finestrella sul vicolo del Trebbio da cui venivano vendute le bottiglie, come si evince dalla scritta “vino” sulla cornice.
PALAZZO CORSINI IN PARIONE
Maddalena Machiavelli vedova Corsini, donò la proprietà al primogenito Bartolomeo Corsini senior che da allora (1650) iniziò l’ampliamento del palazzo, progettato dagli architetti Alfonso Parigi il giovane e Ferdinando Tacca.
All’interno vi è la “lumaca”, una splendida scala a chiocciola opera di Pier Francesco Silvani.
La facciata sul Lungarno e i prospetti sul cortile sono attribuiti ad Antonio Ferri.
Complessivamente i lavori di trasformazione proseguirono fino al 1737 circa. Nell’interno del palazzo è conservata la statua di Clemente XII (cardinale Lorenzo Corsini), scolpita nel 1737 a Roma da Girolamo Ticciati, allievo prediletto di Foggini, per essere donata dal Pontefice ai familiari. Il palazzo subì gravi danni durante la Seconda guerra mondiale.
Proseguendo ci si trova davanti a Palazzo Gondi.
Viene costruito alla fine del Quattrocento, progettato da Giuliano da Sangallo.
Nell’armonioso cortile la rampa esterna della scala conduce al piano superiore, con una bellissima fontana.
Caratteristica è la “seggetta da via” di pietra, tipica fiorentina, lungo la facciata.
I Gondi avevano case nel quartiere di Santa Maria Novella e vicino al palazzo della Signoria.
Alla fine del 600 lavori di completamento furono diretti da Antonio Ferri, mentre le vicende del palazzo si conclusero nel 1870, quando l’allora Marchese affidò all’architetto Poggi il prolungamento della facciata fino ad arrivare in Piazza San Firenze.
PALAZZO MEDICI-TORNAQUINCI
Un palazzo che oggi si presenta con quello che è stato il suo aspetto quattrocentesco e che ha vissuto nelle sue stanze gli eventi più turbinosi della città in decenni di scontri politici e privati.
Nel XIII secolo i ghibellini Soldanieri ebbero gli edifici di questa zona espropriati a favore degli Strozzi e un secolo dopo divennero dimora di Palla Strozzi che qui visse attendendo che costruissero il palazzo omonimo.
Ci furono svariati passaggi di proprietà fino ad arrivare ai Medici-Tornaquinci.
La fusione delle due case trecentesche (e delle due corti con scalone del 700) è ancora riconoscibile nella facciata dei quattro piani e nel loggiato aggiunto nel Cinquecento e precisamente in via Tornabuoni.
PALAZZO RUCCELLAI
Venne costruito negli anni 1446-1451.Il disegno originale si deve a Leon Battista Alberti, che considerava questo palazzo quasi un’esemplificazione del suo De Re Aedificatoria.
I piani superiori si distinguono infatti per delle eleganti bifore e importante è l’uso dei tre ordini classici sulla facciata; il fregio del piano terra contiene le tre insegne della famiglia.
La costruzione fu iniziata da Giovanni Rucellai, il cui secondogenito Bernardo sposò Nannina sorella di Lorenzo il Magnifico.
Insieme con il Palazzo Pitti, quello dei Rucellai rappresenta la prima variante dei palazzi fiorentini del Quattrocento, dopo quello costruito da Michelozzo per Cosimo il Vecchio de’ Medici.
Negli Anni 90 ha ospitato il Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari e si trova in Via della Vigna Nuova.
Proseguiamo la nostra visita fino ad arrivare davanti al magnifico Palazzo Guicciardini che si trova nella via che porta il loro nome.
È il risultato di più edifici costruiti in varie epoche.
A cominciare dalle antichissime torri dei Malefici e dei Guicciardini, per continuare con la casa dei Benizzi acquistata nel 1515.
Qui, quando la facciata non era ancora architettonicamente unificata, nacque nel 1483 lo storico Francesco Guicciardini e per secoli i membri della famiglia furono protagonisti della vita dello Stato fiorentino.
Il restauro principale del palazzo fu eseguito nel 1620-1625 da Gherardo Silvani, che riuscì a dare alle case dei Guicciardini l’aspetto di un palazzo unitario.
All’interno si conservano decorazioni con stucchi da Pasquale Poccianti e pitture di Luigi Sabatelli del 1800-1804.
PALAZZO FRESCOBALDI
I Frescobaldi ebbero le loro case più antiche nella vicina piazza che porta il loro nome, in prossimità del ponte a Santa Trinità.
La famiglia fu fra le maggiori di Firenze nei secoli XIII e XIV e proprio in queste case ospitò Carlo d’Angiò re di Napoli e, nel 1301, Carlo di Valois, fratello di Filippo il Bello re di Francia.
Fin dal XV secolo i Frescobaldi avevano case lungo via Santo Spirito, poi rimodernate e ingrandite, con un ampio giardino, confinante con la chiesa che dà nome alla via.
Nel suo complesso si può dire che – fra i grandi appartamenti delle famiglie storiche di Firenze, quelli dei Frescobaldi sono rimasti tra i più completi e autentici per gli arredamenti e le opere d’arte.
PALAZZO GINORI
Già nel Quattrocento i Ginori possedevano molte case nel Borgo di San Lorenzo, vicino alla chiesa della famiglia Medici e il loro Palazzo fu costruito al posto di queste loro case tra il 1416 e il 1420 circa su progetto di Baccio D’Agnolo.
All’interno il palazzo racchiude un cortile cinquecentesco con portici sui quattro lati. Alla fine del Seicento furono eseguiti alcuni lavori di ampliamento dell’edificio per adeguarlo alle necessità dell’epoca e della famiglia. I lavori esterni furono affidati all’architetto Lorenzo Merlini e quelli interni, di abbellimento, ad Antonio Ferri.
Durante la prima metà del Settecento il palazzo fu ingrandito e rinnovato tutto l’arredamento.
A Carlo Ginori si deve la fondazione dell’azienda delle prime porcellane create nella storica Manifattura di Doccia e un suo discendente fu il primo a possedere e a guidare un’automobile sulle strade di Firenze.